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20/05/2020
“Ci sono cose che il computer non può fare e ci sono carenze alle quali non si può sopperire. Oggi ho fatto l'ultimo incontro con una classe in modalità interattiva. Uno degli allievi ha manifestato il suo disagio e, prima ancora che io e gli altri suoi compagni potessimo aiutarlo, ha cliccato su un tasto e se n'è uscito dall'incontro. Anche quando ci incontravamo a scuola aveva questi momenti, in cui sentiva la necessità di allontanarsi, ma usciva dall'aula e tu "fisicamente" lo potevi aiutare a rientrare. Oggi questo non è potuto accadere. Non è stato possibile "uscire" da quell'aula virtuale e avvicinarsi a lui. Lui non ha potuto accorgersi che tutti avremmo voluto aiutarlo in un momento di difficoltà; che senz'altro puoi recuperare dopo, ma che in realtà è un attimo andato perduto”.
Sono le parole di Luisa Mello Grosso, educatrice che insegna nei corsi prelavorativi nella nostra sede di Enaip Biella e che ha una lunga esperienza nel settore della disabilità intellettiva. Sono parole di dolore, tristezza, impotenza. Perché la formazione a distanza, per la quale ci stiamo spendendo da mesi, ha inevitabilmente dei limiti, soprattutto nei confronti dei più fragili. Quelli per cui la relazione, il contatto, la vicinanza non sono importanti, bensì vitali.
In questi giorni i nostri progettisti, formatori e tutor stanno lavorando per sperimentare e applicare metodologie didattiche ed educative alternative, al fine di dare senso e continuità a tutti i nostri percorsi formativi. Un lavoro che, in questo caso, coinvolge anche i genitori in un'unica grande sfida, quella dell'inclusione. Oltre alle difficoltà, infatti, esiste anche la gioia dell'apprezzamento che famiglie e allievi riservano al nostro impegno.
Presto, ne siamo sicuri, avremo il tempo di fermarci e raccogliere tutto quanto sta accadendo per guardare al futuro della didattica forti anche di quest'esperienza.
Autore: En.A.I.P. Piemonte
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